venerdì 20 marzo 2009

Abruzzo, l’insospettabile ricchezza


Il reportage apparso sull’ultimo numero del National Geographic descrive l’Abruzzo come una regione insospettabile:


Una signora discreta, ben istruita e particolarmente zelante, così appare l’Abruzzo a chi ha avuto il piacere di farne la conoscenza. Lo stupore, l’ammirazione, sono emozioni che il turista ignaro, rischia di provare in una regione piena di ricchezze naturalistiche, gelosamente custodite da chi ha le chiavi. Eppure, non è che gli abruzzesi si facciano in quattro per promuovere i loro prodotti, per far assaporare la propria cucina, per indicare una località ove perdersi per ritrovarsi” (…) “Oggi, questa regione appartata e misteriosa, dall’aria taciturna, vive di luce propria e di un’economia florida e vivace; i turisti, gli italiani più che gli stranieri, conoscono molto bene il mare dell’Adriatico e meno le zone interne, le quali superano ogni più ampia aspettativa… insospettabile perché si corre il rischio di rimanere stregati dalla biodiversità e dalla varietà di forme e paesaggi; che tradotto vuol dire oro naturalistico”.


Una regione dal volto ricco e poco conosciuto come è poco conosciuto il suo cuore ricco di petrolio.
Credo che il dibattito politico debba concentrarsi proprio su questo punto, senza vessilli di parte, perché l’ambiente e il territorio sono temi che non devono essere monopolizzati da nessuna parte politica, come nessuna parte politica ha il diritto/potere di svendere subdolamente la nostra regione alle compagnie petrolifere per rifornire stati extraeuropei.
Non ci sono valori cristiani che tengano. Di fronte all’ambiente deturpato c’è solo l’oltraggio e lo sfregio alla creazione di Dio. Nulla è più grave, perché sul rapporto con le risorse naturali ci giochiamo il futuro dei nostri figli. Sull’ambiente possiamo tirare i dadi su una profezia che si autoadempie e sull’ambiente c’è il rischio di far ricadere le colpe dei padri sui figli.
È il mondo che sta cambiando, è la natura che ci impone di convertire il classico sistema produttivo/economico (fondato unicamente sugli idrocarburi) con le fonti di energia naturali e rinnovabili, mentre il mondo cambia l’Abruzzo non deve cambiare volto per tornare indietro di cent’anni.
Crisi significa cambiamento, se l’economia arretra non occorre spingere l’acceleratore sul vecchio sistema, ma occorre puntare su un nuovo sistema produttivo, iniziando proprio da ciò che la natura ci offre spontaneamente senza pozzi e raffinerie.
L’Abruzzo dall’insospettabile ricchezza. Insospettabili sono anche i pericoli che si celano dietro ad una cattiva politica.

Concetto Di Francesco